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Michelangelo Nari è il Diavolo.

È il 25/02/1999, quando un ragazzino di sedici anni maniaco del tennis ascolta una canzone in televisione (“Belle”, nella versione francese di “Notre Dame de Paris”) e decide ciò che vorrà fare nella propria vita: cantare. Da lì un lungo percorso fatto di studi, tentativi, concorsi, audizioni, provini: una strada che ancora oggi è in divenire e che non cambierei per nulla al mondo.

Una volta conseguita la laurea in psicologia mi dedico totalmente alla musica, cominciando a cantare in diverse formazioni live, e nel 2006 presto la voce al brano “Zidane il a tapé” che conquista inaspettatamente il disco d’oro. Lavoro come corista con diverse formazioni vocali, fino a quando nel triennio 2008-2010 il CD “Speranza” ed alcune splendide esperienze negli Stati Uniti mi avvicinano al mondo del musical e ad uno stile canoro più classico.

Tornato definitivamente in Italia continuo a spaziare tra vari stili e ho la fortuna di lavorare in diverse produzioni, grandi e piccole, interpretando musical differenti ed emozionanti: tra gli altri, “Siddhartha” (in scena in Svizzera, Francia, Scozia, USA e Messico), “L’Ultima Strega”, “Amalfi”, “Tutti insieme appassionatamente”, “Sanremo Musical”, “Sweeney Todd”, fino ai recenti “Shrek” e “Forza Venite Gente”; collaboro con alcune importanti fondazioni liriche (Teatro Massimo di Palermo e Teatro dell’Opera di Roma), recito in spettacoli di prosa (Gorkji, Ionesco, Molière, Marivaux, García Lorca) e in altre produzioni in lingua inglese e francese.

Ma non c’è solo il teatro: accompagno Amedeo Minghi nel tour “La Bussola e il Cuore”, presto la voce alla sigla francese del cartone animato “Gormiti 3D”, faccio doppiaggio cantato per alcune serie, sono co-adattatore italiano dei musical “The Toxic Avenger” e “Heathers” e proseguo nell’attività live, spaziando in un vasto repertorio in diverse lingue: ogni idioma ha una propria musicalità e mi piace addentrarmi nei suoni delle parole sconosciute. Amo lanciarmi in nuove sfide e cerco di metterci sempre il massimo della energia e della dedizione.

In pieno lockdown riscopro il repertorio di Charles Aznavour e decido di buttarmi nella produzione del progetto “Vous permettez, Aznavour?”, con un CD e un concerto teatrale interamente dedicati al cantautore francese: un modo per omaggiarlo e per ricordare alla mia voce e al mio cuore cosa significa “essere a casa”.

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